Le vostre opinioni su LA STANZA DI GIOVANNI
I LIBRI DEL MOMENTO
Proposto da Paola, che ce ne ha parlato così:
Si tratta del mio primo incontro con James Baldwin, ed è stato folgorante: la scrittura è cristallina, il potere evocativo della Parigi degli anni 50 e di certi ambienti marginali, l introspezione psicologica, la lucidità ed asciuttezza con cui vengono trattati temi anche molto scabrosi, sono stupefacenti. Il romanzo si rivela un potentissimo apologo su come le convenzioni sociali possano distruggere le vite, e di quanto coraggio ci voglia per andare contro corrente.
4 recensioni
Costanza
22 Ago 2025
Un libro del non fare (intere giornate senza tempo, scopo, idea), del non pensare (terrore di analizzare o ancor meno accettare i sentimenti, le inclinazioni sessuali, le molteplici sensibilità), del non costruire (una vita, delle relazioni, opportunità di indipendenza), del non vivere, insomma. L'autore sa rendere perfettamente questo registro per cui lo scorrere del tempo sovrasta David mentre lui, paralizzato dalla paura di se stesso, non fa nulla ma allo stesso tempo procura dolore a chi lo circonda. Scrittura raffinata ed efficace, che come ci ricorda Toibin, evoca Heminguay, Wilde fino all'Antico Testamento. Mi ha sbalordito che nella civillizzatissima Francia alla fine degli anni 50 si praticasse ancora la pena di morte (sapevo che era stata abolita negli anni 80 ma pensavo che fosse prevista solo "sulla carta" e non applicata da decenni). Per me un romanzo istruttivo, sul pensiero americano, sulla gioventù, su Parigi, sulla Commedia umana, insomma.
Valeria
13 Ago 2025
Ho letto il libro con grandi aspettative ma…sono rimasta delusa…
Certamente ha dei passaggi scritti magistralmente ed è intensa e vivida la ricostruzione della Parigi di quegli anni: i personaggi però mi sono parsi a volte poco credibili, oppure in qualche modo “forzati”. Persino nella struttura narrativa ho sentito a tratti dei cedimenti, degli scivoloni nel banale: penso (cerco di non spoilerare) al racconto del licenziamento di Giovanni, o a quello della sua storia in Italia, o ancora alla ricostruzione del drammatico epilogo fatta dal protagonista…
Certo, non si può prescindere dal contesto storico in cui il libro è stato scritto (ormai 70 anni fa), e rispetto al quale grande è stato il coraggio con cui lo scrittore (per di più nero!) ha raccontato una storia molto scabrosa: ma se lo paragono ad esempio a “Chesil beach” di Mc Ewan (ammesso che la memoria non mi inganni) mi sembra che lì il tema della rimozione delle pulsioni, dei conflitti interiori fosse trattato con molta maggiore raffinatezza letteraria. Curiosa di confrontarmi con le opinioni di altri!
Certamente ha dei passaggi scritti magistralmente ed è intensa e vivida la ricostruzione della Parigi di quegli anni: i personaggi però mi sono parsi a volte poco credibili, oppure in qualche modo “forzati”. Persino nella struttura narrativa ho sentito a tratti dei cedimenti, degli scivoloni nel banale: penso (cerco di non spoilerare) al racconto del licenziamento di Giovanni, o a quello della sua storia in Italia, o ancora alla ricostruzione del drammatico epilogo fatta dal protagonista…
Certo, non si può prescindere dal contesto storico in cui il libro è stato scritto (ormai 70 anni fa), e rispetto al quale grande è stato il coraggio con cui lo scrittore (per di più nero!) ha raccontato una storia molto scabrosa: ma se lo paragono ad esempio a “Chesil beach” di Mc Ewan (ammesso che la memoria non mi inganni) mi sembra che lì il tema della rimozione delle pulsioni, dei conflitti interiori fosse trattato con molta maggiore raffinatezza letteraria. Curiosa di confrontarmi con le opinioni di altri!
Mario
30 Lug 2025
La storia triste di un giovane americano che nella peccaminosa Parigi scopre la propria omosessualità, si trova costretto a decidere tra l'accettazione della realtà e la finzione di una vita straight a fianco della fidanzata storica, e finisce per scegliere quest'ultima soluzione, devastando l'esistenza di tutti coloro che in un modo o nell'altro gli avevano voluto bene.
È molto difficile trovare empatia per David, un personaggio tanto ossessionato dalla propria condizione da usare l'amore degli altri, uomini e donne, esclusivamente come ansiolitico, salvo provare una vera e propria ripugnanza per l'amante non appena la relazione si fa impegnativa. Nè si possono dimenticare le righe in cui David parla dei transessuali e delle donne usando termini che metterebbero a disagio anche il senatore Pillon. Ma l'empatia verso il protagonista non è necessaria per apprezzare questo bel libro, uno dei pochi romanzi in cui l'autore assume una posizione equivoca verso un personaggio privo di moralità (gli altri esempi che mi vengono in mente sono quella sublime apologia del femminicidio che è la Sonata a Kreuzer , o i Sotterranei del Vaticano , che almeno ha il pregio di non essere realistico) ma ci lascia almeno la possibilità di pensare che le gesta cui assistiamo con raccapriccio siano le conseguenze inevitabili di una società bigotta ed oppressiva.
È molto difficile trovare empatia per David, un personaggio tanto ossessionato dalla propria condizione da usare l'amore degli altri, uomini e donne, esclusivamente come ansiolitico, salvo provare una vera e propria ripugnanza per l'amante non appena la relazione si fa impegnativa. Nè si possono dimenticare le righe in cui David parla dei transessuali e delle donne usando termini che metterebbero a disagio anche il senatore Pillon. Ma l'empatia verso il protagonista non è necessaria per apprezzare questo bel libro, uno dei pochi romanzi in cui l'autore assume una posizione equivoca verso un personaggio privo di moralità (gli altri esempi che mi vengono in mente sono quella sublime apologia del femminicidio che è la Sonata a Kreuzer , o i Sotterranei del Vaticano , che almeno ha il pregio di non essere realistico) ma ci lascia almeno la possibilità di pensare che le gesta cui assistiamo con raccapriccio siano le conseguenze inevitabili di una società bigotta ed oppressiva.
cristiana buttiglione
21 Lug 2025
Condivido il giudizio positivo di Paola, innanzitutto per la bellezza dello stile. La mia edizione contiene anche la postfazione di Toibin - felice autore di IL MAGO - con interessanti riferimenti letterari di genere.
Disprezzo e disperazione sono i termini più ricorrenti nella descrizione dello stato d'animo del protagonista, terrorizzato e disgustato dalla propensione omosessuale che ha scoperto in sé, che lo porta infine a negare ogni sentimento e a sprofondare in una angoscia priva di parole. L'identità americana del dopoguerra, manifesto di virilità (l'omosessualità è vietata a differenza della Francia), e fortemente indirizzata verso il modello sociale familiare tradizionale, spinge il protagonista ad aggrapparsi in modo eccessivo alla ignara fidanzata, anche lei destinata ad essere distrutta dall'ingannevole richiamo al manifesto sociale della donna americana madre e moglie. Ho trovato molto struggenti le pagine sulla disgregazione del rapporto fra il protagonista e la fidanzata Hella, e magnifico il monologo finale doloroso di lei, che grida la sua necessità di essere donna, e anche di conformarsi al manifesto americano.
Centrale, enigmatica, eppure molto realistica la descrizione della violenta ambivalenza dei sentimenti umani. Il rapporto del protagonista con Giovanni, descritto benissimo, è una metafora della lotta dello stesso protagonista contro sé stesso e la propria omosessualità - in una Parigi, per gli americani, tentatrice, bella e spieta...
Disprezzo e disperazione sono i termini più ricorrenti nella descrizione dello stato d'animo del protagonista, terrorizzato e disgustato dalla propensione omosessuale che ha scoperto in sé, che lo porta infine a negare ogni sentimento e a sprofondare in una angoscia priva di parole. L'identità americana del dopoguerra, manifesto di virilità (l'omosessualità è vietata a differenza della Francia), e fortemente indirizzata verso il modello sociale familiare tradizionale, spinge il protagonista ad aggrapparsi in modo eccessivo alla ignara fidanzata, anche lei destinata ad essere distrutta dall'ingannevole richiamo al manifesto sociale della donna americana madre e moglie. Ho trovato molto struggenti le pagine sulla disgregazione del rapporto fra il protagonista e la fidanzata Hella, e magnifico il monologo finale doloroso di lei, che grida la sua necessità di essere donna, e anche di conformarsi al manifesto americano.
Centrale, enigmatica, eppure molto realistica la descrizione della violenta ambivalenza dei sentimenti umani. Il rapporto del protagonista con Giovanni, descritto benissimo, è una metafora della lotta dello stesso protagonista contro sé stesso e la propria omosessualità - in una Parigi, per gli americani, tentatrice, bella e spieta...