Strega 2025 7 - 9 - gli scompaginati

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Strega 2025 7 - 9

PREMIO STREGA
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Iole
17 Mag 2025
L'ho trovato ripetitivo, non accattivante nonostante ricostruisca la storia del noto poeta con dovizia di particolari.
Irene
08 Mag 2025
Lo scrittore, noto docente universitario, narra del poeta Dino Campana e della sua folllia, ancora una volta il tema della follia, già incontrato in questa dozzina. Ammirevole la qualità linguistica, indiscussa dell'autore, dove la realtà e la fantasia si incontrano e si alternano e dove il protagonista è chiamato a volte "il poeta", a volte "lo strambo", oppure "il matto" oppure "il vagabondo". Il romanzo però non vuole raccontare la vita di un uomo, bensì la tesi per cui la follia arriva nel momento in cui il protagonista capisce di non potere essere ancora un poeta, nonostante lui sia stato un grande poeta, insomma il fallimento di un sogno. Parla con le fate di assenzio e di poesia, ma anche questo, a mio parere non è Strega per tutti...
2.8 / 5
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Emma
25 Mag 2025
In questo romanzo emerge la capacità di Paolo Nori di raccontare storie e qui ha scelto di raccontare un grande poeta del 900 attraverso le sue esperienze di vita che sono legate a doppio filo nella trama del libro con le poesie e la vita di Raffaello Baldini. Le poesie sono inserite nella narrazione, ti fanno sentire cosa ha provato l’autore leggendole e le rendono più vicine al quotidiano di ognuno di noi.
(“Io credo che la poesia di Baldini, la letteratura di Baldini, quello che ha scritto Baldini, a me, come devo avere già detto, sembra abbia il potere di farci vedere le cose che ci circondano, la nostra macchina, i nostri appartamenti, le nostre cucine disordinate, i nostri stenditoi, i nostri parenti, come se fossero nell’universo.”)
Nori non voleva fare una biografia di Baldini, ma un romanzo che attraverso una prosa che spesso riproduce il parlato, mescola i piccoli fatti quotidiani con riflessioni sulla vita, con la traduzione in italiano delle poesie di Baldini e con una selezione di lettere del suo archivio. Dobbiamo abbandonarci al potere affabulatorio di Nori e lasciarci guidare alla scoperta del poeta, cercando di comprendere lo spirito che guida le sue divagazioni (“I libri, c’è da dire, non mi piacciono tanto per quello che dicono ma per come mi fanno sentire”).
Clelia
18 Mag 2025
Mi pare un libro in cui occorre lasciarsi andare a seguire le parole senza tirare i fili di un senso compiuto, accogliendo di volta in volta una battuta, un dolore, una verità espressa in modo tentativo, con le reticenze di una lingua parlata e la devozione di spiegare per bene. L’ho trovato piacevole e particolare.
Iole
15 Mag 2025
Un romanzo, forse non romanzo, il dubbio se lo pone lo stesso scrittore nella Nota a fine libro. Sono riflessioni sulla propria vita attraverso la letteratura russa (Anna Achmatova, Dostoevskij, et al.) e la poesia di Raffaello Baldini, poeta e scrittore di Santarcangelo di Romagna, una piacevole scoperta.
La poesia in dialetto di Baldini tradotta da Nori diventa prosa poetica in italiano. Lo stile è un mix di: parlato, poesia, poesia in prosa, ripetizioni, quotidianità, incontri di vita e arte, nel suo insieme per me funziona.
"Una cosa che mi piace, di Tolstoj, di Dostoevskij, di Anna Achmatova, di Raffaello Baldini, della letteratura è che mi fanno vedere le cose che sono in casa mia, che mi circondano, come se le vedessi per la prima volta, non rendono visibile l'invisibile, rendono visibile il visibile".
IOLANDA
14 Mag 2025
Mollato a poco più della metà. Per me totalmente senza senso. Ogni tanto mi ha anche divertita ma mi sfugge totalmente il perché sia finito nella dozzina.
antonio devoto
07 Mag 2025
Il libro è scritto in forma “parlata” come se fosse registrato in diretta (riesci a percepire la cadenza parlata anche solo leggendolo). Ha, perciò, una forma scritta apparentemente incerta, dinoccolata, sembra che l’autore formi il pensiero mentre parla ma non è così, è solo l’apparenza.
Inoltre, per stessa ammissione dell’autore: “io dico sempre le stesse cose”, è molto simile a libri, interviste o podcast già fatti ma c’è l’effetto Kulesov (vedi libro a pagina 91).
Però libro mi è piaciuto, riesce a farti ridere (e non è poco) e subito dopo ti fa riflettere sulla vita e poi venir voglia di approfondire qualche autore che cita o rileggere una poesia.
Sicuramente è un modo di scrivere che non piace a tutti ma io l’ho trovato divertente e profondo allo stesso tempo.
Irene
30 Apr 2025
Libro scaltro, con solite citazioni Achamatova, Dostoevsky, impreziosite da belle riflessioni, ma paginate sulle feci che non scendono dal water proprio no, non è Strega per tutti... sicuramente non per me...
4.0 / 5
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Claudia
28 Mag 2025
Riferendosi al confronto tra padri e figli , l’autrice cita una frase: “fare il contrario è una forma di imitazione?” Descrive con intensa partecipazione affettiva non solo se stessa e il padre Lello, ma anche Raffaele e Augusto, Franz Kafka e il padre Hermann, Enea e Anchise alla ricerca di legami segreti, conflitti ripensati. Romanzo intenso, scrittura piacevolissima, voglia di rileggerlo!
IOLANDA
25 Mag 2025
Molto intenso. Una visione davvero particolare dell'assenza paterna....essere orfana con un padre vivente. Avete già detto tutto, mi associo alle 4 stelle con convinzione
Iole
20 Mag 2025
Anche in questo romanzo protagonista è la famiglia, in particolare il rapporto figlia-padre. Come affrontare l'assenza nella propria vita di un padre: il coraggioso militare, bello, forte e vigoroso, ma che dopo la guerra non riesce a trovare il suo posto in una Napoli, città affascinante, ma  desolata e isolata? Il padre risulterà un vinto e quell'allontamento e lontananza forzata fra padre e figlia saranno allontamento e lontananza, anche da Napoli, la città dell'infanzia, del mare. Per ripercorrere questa separazione e l'importanza della figura paterna è la letteratura a essere richiamata: Enea e Anchise, Kafka, ma soprattutto sarà il legame forte e intenso con La Capria a far riemergere ricordi, sensazioni, esperienze. L'uso della prima e della terza persona si alternano, vicinanza e lontananza, presente e memoria. Superate le primissime pagine il libro scorre per farci entrare nel regno dei padri e nel mare di Napoli.
Valeria
18 Mag 2025
Collocata sul confine tra la finzione e l’autobiografia (l’autrice è vissuta coi nonni paterni, mentre il padre viaggiava tra Francia, Italia e Inghilterra) l’io narrante è una donna ormai vicina ai suoi 80 anni che raccoglie e riannoda, come in un prezioso filo di perle, la manciata di ricordi del padre, l’eroe bellissimo, atletico e gioioso, che scompare improvvisamente dalla sua infanzia, per ricomparire - vinto dalla vita, “fallito”, corpo sconfitto, rintanato fra le lenzuola, da cui rifuggire per sempre - in una breve parentesi della adolescenza.
Un padre cancellato, cercato e trovato negli anni adulti in altre figure maschili di riferimento, Raffaele La Capria in primis, ma anche il professore universitario Cesare Brandi, entrambi descritti con affetto e partecipazione. Un racconto intriso di dolore e nostalgia, intenso e toccante.
irene
30 Apr 2025
Anche questo libro di ricordi e di dolore, in cui si affronta il rapporto/non rapporto padre/figlia, dove quest'ultima, privata del padre dalla madre, si reinventa un nuovo padre, con lo sfondo di una ncantevole Napoli, a me tanto cara
Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
Gli Scompaginati - circolo di lettura via assarotti 39 - genova ITALY
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