Pensieri nomadi
03/07/2022
COMPAGNI DI VIAGGIO (ai miei figli)
Quasi 22 anni fa siamo partiti (in quattro) per un lungo ed
interminabile viaggio.
Un viaggio avventuroso, appassionante e faticoso che ci ha
condotto, a volte, su percorsi pianeggianti e falsipiani in discesa; altre
volte su ripide salite sterrate con grandi precipizi ai lati.
Un viaggio complesso di cui, già all’inizio, non conoscevamo
veramente la destinazione e le difficoltà ma, ce ne siamo fatti subito una
ragione perché, come spesso dico, il senso del viaggio è nel percorso e rarissimamente
nel punto di arrivo.
Lungo la strada ho incontrato nuovi e vecchi amici che hanno
provato ad accompagnarci lungo specifici tratti e attraverso particolari
paesaggi.
Poi, quasi all’inizio dell’avventura, quando il percorso e
la storia stava cominciando a prendere forma, ho perso la compagna con cui era
nato il progetto ed ho continuato, come ho potuto, con gli altri, con tanta
fatica e voltandomi poco indietro.
… ed il viaggio, così, continuò.
In viaggio puoi fermarti solo per riposarti e riflettere;
anche per prendere appunti, ma non puoi fermarti per tornare indietro veramente
perché rimarresti travolto da quella parte di te stesso che non riusciresti a
schivare e che rimane su ogni passo ed impronta lasciata.
… il viaggio deve continuare.
Abbiamo incontrato sconosciuti che ci hanno accolto in nuovi
mondi e ne ho incontrati altri che hanno allertato i miei sistemi di difesa del
“branco”.
Durante il cammino ho ritrovato la gioia della scoperta.
Ho ritrovato anche l’amore e, quando finiva, non mi sono
tirato indietro di fronte alla solitudine delle notti.
Notti nel deserto a cui ho affidato i pensieri più segreti e
pesanti che ho provato a filtrare a fatica con la sabbia delle dune e
frantumare, quando necessario, con le pietre taglienti di lava.
… ma il viaggio doveva continuare.
Nel nostro itinerare abbiamo anche navigato a vista in mari
sconosciuti con onde che avevano forme mai affrontate.
Un marinaio sa cosa vuol dire cavalcare un’onda,
specialmente quelle dei suoi mari ma quando ne affronta di nuove potrebbe
trovarsi incredibilmente a disagio come con quelle piccole del Neusiedlersee, un
medio lago della steppa, tra Austria ed Ungheria.
… e, nonostante tutto, il viaggio era ancora in divenire.
Pur andando nella stessa direzione, molto spesso non abbiamo
condiviso lo stesso mezzo anche se, la sera, abbiamo sempre cercato di incontraci nel luogo programmato della sosta.
Questo viaggio, che dura ormai da un tempo lontano, a poco a
poco si è trasformato.
Da un po’ non ci troviamo più al tramonto, anche se ognuno
di noi dice di saper bene dove andare.
Arriviamo in tempi diversi al campo ed al mattino ripartiamo
da soli; spesso il telefono non ha segnale e la radio ormai è rotta…
… ma il viaggio deve continuare, ancora.
Eppure, sono proprio questi ultimi due compagni di viaggio rimasti
quelli per i quali abbiamo ed ho incominciato questa normale avventura.
Un’avventura sempre più disorganica, apparentemente
solitaria, ma a cui tutti e tre siamo inesorabilmente legati.
In realtà con uno dei due, di tanto in tanto, condivido il
mezzo ed il bivacco raccontandoci le nostre strade e quello che i nostri occhi
hanno fotografato.
Con l’altra, invece, tutto sembra diverso, come se diversa
fosse la ragione e l’essenza dell’essere: la chiamo nella fitta boscaglia della
montagna sentendo molto bene che non è lontana.
Ne percepisco la presenza e so che mi sente… ma non mi
risponde.
Ha sicuramente delle ragioni ma che purtroppo non comprendo
(… e questa maledetta radio non funziona più!).
… ma il viaggio continua, deve continuare, perché così è la
sua natura.
Mi dispero in quelle notti, sempre senza luna, perché non so più
quale possa essere il richiamo del branco.
Il viaggio continua ma non mi capacito come io possa ogni
giorno trovare la forza di proseguire accompagnato solo dall’ombra lontana di
chi avrei voluto accanto per tutta la strada.
Ma non credo all’oblio.
Credo ancora in questa cazzo di strada!
Dove sei? Lo so che mi segui ma perché non rispondi?
Sali a bordo questa volta, ti aspetto in cima alla collina,
prima del tramonto: tuo fratello è qui.
… ed il viaggio continua, sempre, anche se la meta, in
fondo, non sappiamo più quale sia.
13/03/2022
PERCHE' VIAGGIO
Ho capito, alla fine, che viaggio per avere conferme di
pace.
Viaggio per raccontare la mia pace ed “estorcere” racconti
di pacifiche similitudini che vivono e si nutrono, spesso, di sane differenze.
In viaggio, però, più spesso ho incontrato le tracce della
guerra e di antichi e contemporanei orrori.
In viaggio mi piace cercare di testimoniare la pace provando
a trasmettere, con un basso profilo, i valori che ci siamo conquistati con la nostra cultura e lo studio delle altre culture; valori che spesso, però, abbiamo poi consolidato proprio con la guerra.
Viaggio spesso in silenzio ascoltando solo il rumore del mio motore ed una musica scelta con attenzione.
Poi mi fermo e scendo.
Mi piace cercare altri umani o tracce di umanità.
Parlare con le genti delle pianure, dei deserti, delle montagne, del mare, dei villaggi e delle città.
Così ho capito che il concetto di PACE esiste, quasi
esclusivamente, come contrapposizione al concetto di CONFLITTO.
Contrapposizione come necessaria “formula” chimico-fisica della vita.
Il viaggio è "fatica" che non è un termine antitetico di "bellezza".
Anche in viaggio, per apprezzare il RIPOSO, si sperimenta
prima la STANCHEZZA.
Ogni APPAGAMENTO si raggiunge solo dopo il DESIDERIO…
Quando l’appagamento sopraggiunge inaspettato si chiama
REGALO.
Il GIORNO è dopo la NOTTE.
… e così via…
Parlare di viaggi e di pace ha sempre senso, anche e soprattutto in un tempo di guerra (che da qualche parte non ha mai smesso di echeggiare).
Gli umani che ho incontrato mi hanno insegnato che in guerra CI SI DIFENDE ma la pace SI DIFENDE, sempre.
Continuiamo, quindi, a viaggiare…
IN VIAGGIO VERSO
MARTE 13/12/2020
In questi giorni
Elon Musk, proprietario di Tesla e molto di più, ha annunciato di voler vendere
tutto e trasferirsi, quanto prima, su Marte.
Sono estremamente
affascinato dal personaggio anche se non riesco a condividere tutto ciò che
dice, specialmente quando parla di politica e prevenzione sanitaria, ma,
superando questi “piccoli” dubbi, continuo a studiarlo con attenzione e rispetto.
Elon Musk più di
una volta ha stupito i suoi contemporanei ribaltando le consuetudini e
realizzando, quasi sempre, ciò che aveva immaginato.
Mollare tutto e rimettersi
in gioco; spaiare le carte e trasformarsi in qualcos’altro, ritengo che siano
azioni necessarie per dare non solo sapore ma anche un senso di rinnovamento alla
propria vita (certamente è così per me); cercare di trasformare il tempo su
questo pianeta in un intervallo non solo piacevole ma anche utile, produttivo
e, perché no, unpredictable, giovando a noi stessi, potrebbe giovare anche
al socio-sistema: dovrebbe essere una regola da apprendere e praticare, almeno
di tanto in tanto per volerci bene e per voler bene in modalità “brillante”.
Altri (pochi) come
Elon Musk, si reinventano con costante caparbietà inseguendo incredibili
visioni per trovare nuove soluzioni per l’intera umanità: tutto ciò è una fonte
inesauribile di ispirazione e stimola certamente a pensare in grande.
Da piccoli, quasi
tutti abbiamo cercato di attuare modalità semplificate del concetto di “visione”
ma, crescendo, tendiamo a dimenticarcene; gli amici ed i parenti, quasi da
subito (o appena cresci e ti cominciano a puzzare le ascelle) incominciano a non
darti credito.
Se, da grande,
insisti nelle visioni, anche gli altri nuovi amici, e compresi gli sconosciuti,
accentuano questo pre-giudizio.
Proprio staccarsi
dal giudizio degli altri è una delle condizioni emotive più difficile da affrontare
ma, quando ci si riesce (per motivi o credenze “nobili”), ci si sente sicuramente
rinnovati e più forti!
Mettersi in gioco senza
vergogna induce ed aiuta la trasformazione che più è grande e più ti fa godere!
E’ come salire più in alto, in un luogo super panoramico dove si può apprezzare
una visione sempre più completa: reinventarsi in nuovi ruoli significa attuare quello
che io definisco la “sperimentazione continua”.
Questa pratica aiuta
a riconoscere le proprie debolezze e, vestendo i panni di quel qualcun altro - che
sei sempre tu - riesci a sperimentare una sorta di multiverso[1] dove fai
ciò che non hai mai creduto di poter fare se non fossi, anche per un momento, quell’altro,
a volte in un altro tempo e, molto spesso, in un altro luogo.
Così ogni viaggio stimola
questa occasione e sta solo a ciascuno di noi saperla cogliere e metterla in
atto secondo dei giochi di ruolo che possono essere diversi ogni volta che ci si
allontana dalla consuetudine e dal punto di partenza.
Per quanto mi
riguarda, più di venti anni fa decisi di vivere a pieno una esperienza
nomadica, cercando di sradicarmi dai miei luoghi e scoprendo nel “moto”
l’essenza dell’essere.
Fu un’esperienza
unica che spero possa essere ancora ripetibile, anche in altre dimensioni
spazio-temporali alla ricerca non solo di novità ma anche di altri “se stessi”.
Ora alterno il
viaggio a momenti estremamente lunghi di sosta dove una pseudo normalità cerca
(invano) di reinserirsi nella mia quotidianità; la quotidianità di questo
“verso” che, malgrado tutto, credo sempre che non sia l’unico.
Ultimamente ho
imparato a rivivere la partenza anche dalla scrivania, come una specie di Jules
Verne “dei poveri” che cerca di rimettere insieme ricordi, cocci ed idee.
Staccarsi dalla
consuetudine, quando possibile in modalità attiva, alla ricerca di quel nuovo
punto di vista, comporta non solo un refresh del pensiero ma anche del
fisico che lo ospita.
Viaggiare è
essenziale: allunga la vita! Per questo mi piace anche provare a scriverne, certamente
da dilettante, sperimentando così questa condizione anche in forma intangibile.
Tutti gli spostamenti,
sia quelli reali che quelli virtuali, riescono a trasformare alcuni dei sogni
in realtà.
Qualcuno dice che sono
una sorta di fuga dalle responsabilità ma, in verità non credo affatto che sia
così: fugge, invece, chi non affronta l’ignoto e chi non si concede altre
possibilità cioè chi non cerca un suo multiverso.
E’ così che un
diverso punto di vista ti offre nuove soluzioni alle innumerevoli domande che
ti pone una qualunque delle vite che si vivono: ma quale di queste dovrebbe
essere quella che conta di più?
Torniamo al nostro
eroe sudafricano: il suo sogno, sulla scia delle sue visioni e degli enormi successi,
si sta trasformando ora in una nuova realtà.
Guardando lui constato
che sarebbe onorevole, sano e liberatorio sbilanciare il consumo dei propri neuroni
sulle cose che si amano oltre che sulle cose che si “devono”, certamente senza
dimenticarsene; alcuni dicono che è un lusso che non ci si potrebbe permettere…
ma perché?
Mettiamoci ogni
tanto in gioco; rischiando qualcosa o anche quasi tutto, perché no; diamoci
fiducia e cerchiamo di affrontare con serena valutazione le criticità a cui capita
(spesso) di andare incontro. Diamo, di tanto in tanto, delle svolte a 90° alle rotte:
in navigazione, infatti, le virate di circa 90° sono essenziali al
raggiungimento dell’obbiettivo, specialmente quando l’obbiettivo è proprio controvento!
Navigare a vela insegna
a fare scelte ponderate e a non andare in panico quando la situazione diventa
rischiosa ed avversa: solo la calma, il protocollo e la valutazione delle attrezzature
e degli strumenti che si hanno a bordo (ed il loro ottimale utilizzo) ti
permettono di riportare la pelle a terra.
Ed ecco perché ho
voglia di dire che uno dei prossimi viaggi potrebbe proprio essere, anche per
me, navigare veramente verso Marte.
Mi piacerebbe stimolare
nuove visioni su un nuovo terreno fertile insieme al fondatore di Space X,
Iperloop, Boring Company, Starlink e Neuralink…
Sperimentare, perché
no, cosa si prova a diventare l’astronauta ed il colono, biologicamente, più
anziano!
. . . chi viene
con me?
[1] anticipato
teoricamente in qualche modo già dagli atomisti greci nel VII e VI secolo aC,
con Leucippo prima e Democrito ed Epicuro successivamente; il Multiverso fu reinventato
in modalità moderna, sulla base di una concezione a “molti mondi” di impianto quantistico,
da Hugh Everett nel 1957.
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22.11.2020
Un altro prologo ed un viaggio nel paese dove non si dice NO – (1989) (prima parte)