Intorno al mondo con Dicky - Thomas Jefferson e Sally Hemings
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a cura di Ricardo Preve
Thomas Jefferson e Sally Hemings
Vi propongo oggi una storia di sesso e schiavitù, ai cui dettagli dovrete prestare attenzione. I dettagli sono importanti in una vicenda così lunga e complessa.
Il mio racconto comincia a Parigi nel 1787 ai tempi in cui Thomas Jefferson, futuro presidente degli Stati Uniti, era ambasciatore in Francia. Jefferson aveva fino ad allora risieduto a Monticello, presso la sua grande piantagione, sita nelle montagne della Virginia.
A Monticello lavoravano per lui centinaia di schiavi, per lui che diceva essere contro la schiavitù.
Dopo la morte della sua amata moglie Martha Jefferson, Jefferson aveva lasciato gli Stati Uniti per inserirsi nell’ambiente e nella vita sociale della capitale francese. Poiché gli mancava una delle sue figlie, Maria, chiese che potesse raggiungerlo a Parigi, accompagnata da una schiava. Così Maria arrivò a Parigi con una giovane donna incantevole, la sua schiava Sally Hemings. Malgrado Sally fosse una schiava, aveva le sembianze di donna bianca, e, soprattutto, assomigliava moltissimo alla defunta moglie di Jefferson. Forse vi sorprenderebbe sapere che nelle piantagioni americane esistevano schiavi che sembravano bianchi, e ve ne chiederete la ragione.
Il fatto è che molti proprietari di piantagioni tenevano per sé amanti di colore, e generavano con queste donne figli che, una volta divenuti adulti, finivano inevitabilmente per assomigliare al padre. Sebbene un tale comportamento fosse proibito dalle leggi razziali, l’evento si verificava spesso ed era tollerato dalla società bianca, a patto che imperasse la discrezione.
Sally era mezza sorella della defunta moglie di Jefferson, poiché il padre di Sally era il suocero di Jefferson, che aveva come amante la madre di Sally, una schiava chiamata Elisabeth Hemings, a sua volta figlia di un altro uomo bianco.
Quindi Jefferson, ancora profondamente addolorato dalla scomparsa della bella e giovane moglie, si vide arrivare in casa a Parigi una donna, a lei straordinariamente simile, e che con lei era cresciuta, rivestendo tra l’altro il ruolo di sua schiava personale.
Possiamo solo immaginarci che effetto possa aver prodotto su Jefferson, allora un uomo ancora abbastanza giovane e con un gusto per le belle donne, la presenza di Sally, con tutto il suo charme e la sua bellezza, e che per di più gli era disponibile lontano dagli sguardi della società americana.
Presto Jefferson, che tenne per tutta la sua vita dettagliatissimi registri delle sue spese, cominciò a comperare vestiti ed accessori per Sally nei migliori negozi di Parigi, e a pagare i costi della sua educazione.
A lei cominciò anche a pagare un salario, in aggiunta a quello che già pagava al fratello di Sally, James Hemings, che era a Parigi a lavorare come chef per Jefferson.
Questo dal momento che in Francia la schiavitù era illegale. Infatti con il solo mettere piede in Francia, Sally e James avevano acquisito lo statuto di persone libere, e in quanto tali avrebbero potuto decidere di rimanere in Francia al ritorno di Jefferson a Monticello.
Esiste evidenza circostanziale che Jefferson e Hemings cominciarono una relazione sessuale durante il loro soggiorno di più di 2 anni a Parigi, e che Sally fosse incinta quando decise di ritornare in Virginia con Jefferson.
Molti anni dopo un figlio di Sally, l’ex schiavo Madison Hemings, dichiarò in una intervista a un giornale che sua madre e Jefferson avevano stretto un accordo mentre erano ancora a Parigi: Jefferson avrebbe dato la sua parola a Sally che, qualora lei avesse accettato di tornare in Virginia, a lei e ai suoi figli sarebbe stato risparmiato a Monticello ogni tipo di lavoro pesante. E sempre secondo Madison, Jefferson fece una promessa solenne a Sally che quando i loro figli avrebbero raggiunto l’età di 21 anni, li avrebbe resi liberi.
Su questi presupposti Sally ritornò in Virginia con Jefferson. L’esistenza di un primo figlio, concepito a Parigi, è contestata da alcuni storici. Ma non esistono dubbi che dopo il suo ritorno in Virginia Sally diede alla luce altri sei bambini, quattro dei quali (i figli Beverly, Madison ed Eston, e la figlia Harriet) sopravvissero alla nascita e diventarono adulti.
Jefferson trascrisse la nascita questi bambini nella sua contabilità (gli schiavi erano considerati allora un bene di grande valore, e come tale registrati), e da questi appunti sappiamo che tutti loro nacquero nove mesi dopo che Jefferson tornò a Monticello di ritorno da Filadelfia e Washington, e che Sally non concepì mai figli quando Jefferson non era a Monticello.
Un altro dettaglio: in tutte le centinaia di trascrizioni relative alla nascita di figli dei suoi schiavi, Jefferson scrisse a lato il nome del padre. In tutti i casi, eccezion fatta per i figli di Sally, alla quale un paio di volte anche assegnò invece l’assistenza di un'altra schiava in funzione di babysitter, caso assolutamente inedito a Monticello.
Inoltre Sally e i suoi figli non furono mai inviati a lavorare nella campagna sotto la frusta dell’amministratore della piantagione. Sally aveva la responsabilità di occuparsi della camera da letto di Jefferson, mentre i suoi figli furono educati in mestieri (falegnameria, metallurgia, etc.) che avrebbero permesso loro di guadagnarsi la vita lontano da Monticello.
I due figli maggiori di Sally, Beverly e Harriet, “fuggirono” da Monticello quando compirono 21 anni. Per darvi un’idea di quanto queste fughe fossero “orchestrate”, basta dire che un supervisore di schiavi di Jefferson, Edmund Bacon, disse anni dopo che ad Harriet, Jefferson accordò per tramite di Bacon l’uso di una carrozza e la considerevole somma di 50 dollari, al fine di aiutarla a raggiungere Filadelfia.
Evidentemente Jefferson teneva fede alla promessa fatta a Sally, ma ci si può chiedere perché preferisse organizzare queste finte fughe, piuttosto che procedere con una formale liberazione dei figli di Sally, alternativa che la legge gli consentiva.
Bisogna capire che quando arrivò il momento di liberare i primi figli di Sally, Jefferson era ormai diventato uno degli uomini più famosi ed importanti dell’America, ma affrontava in quel momento grossi problemi politici.
Numerosi scrittori e giornalisti contrari al partito di Jefferson avevano cominciato a scrivere sull’affare Jefferson–Hemings. La relazione con Sally era nota a molti in Virginia. I loro figli, che erano 7/8 bianchi, avevano molte delle caratteristiche fisiche di Jefferson: il nasetto appuntito, i capelli rossi, la pelle bianchissima e gli occhi blu.
Visitatori e ospiti a Monticello raccontavano che la somiglianza con Jefferson di questi ragazzi schiavi era tale da mozzare il fiato, e che addirittura più volte nella penombra qualcuno dei maschi veniva confuso con Jefferson stesso.
Se Jefferson avesse scritto e presentato davanti a un notaio i documenti formali per la liberazione dei figli avuti da Sally, questo avrebbe scatenato uno scandalo che probabilmente avrebbe posto fine alla sua carriera politica. Jefferson era un diplomatico, politico, e avvocato, e capiva benissimo il prezzo che avrebbe dovuto pagare proponendo una liberazione formale dei figli di Sally per compiere la sua promessa.
Quindi nell’orchestrare queste fughe, Jefferson aveva modo di difendersi più facilmente dalle accuse degli avversari politici circa la sua relazione sessuale con Sally. Ma certamente non fece mai il minimo sforzo per riportare i figli di Sally a Monticello.
Quanto ai due figli più piccoli, Madison e Eston, Jefferson non fece a tempo a liberarli, in quanto morì il 4 luglio 1826 (esattamente 50 anni dal giorno della firma dell’indipendenza degli Stati Uniti) prima che questi ultimi compissero i 21 anni. Tuttavia essi rientrarono in un gruppo di soli cinque schiavi, dei cento e più che appartenevano a Jefferson, che alla sua morte vennero liberati per precise disposizioni testamentarie. Sally Hemings invece fu liberata dalla figlia di Jefferson un paio d’anni dopo, non con una formale procedura (ancora una volta per evitare lo scandalo), ma dietro semplice permesso di allontanarsi da Monticello in modo da evitare di essere venduta all’asta, e visse poi una vita anonima e tranquilla sino alla morte, nel 1835.
Nei quasi 200 anni dalla morte di Jefferson, i pettegolezzi sulla relazione con Sally furono furiosamente contestati dai discendenti delle sue figlie Maria e Martha. Potete immaginare come negli Stati Uniti del secolo XX i pregiudizi razziali e i conflitti fra bianchi e neri abbiano fatto di questo argomento un assoluto tabù. Tutti i biografi ufficiali negarono accanitamente qualsiasi possibilità che Jefferson avesse avuto figli con Sally.
Ma poco a poco, un paziente lavoro di ricerca di storici, i più importanti dei quali furono la bianca Fawn Brodie negli anni 1970, e la professoressa nera di Harvard Annette-Gordon Reed in tempi più recenti, portò alla luce una serie di forti evidenze documentarie che stabilivano la paternità di Jefferson per i bimbi Hemings.
E finalmente nel 2000 uno studio di DNA confermò quello che tutti sospettavano da così lungo tempo: e cioè che Jefferson era il padre di perlomeno uno dei figli di Sally.
Oggi a Monticello, nel cimitero della famiglia di Jefferson, non sono soltanto i figli della famiglia “ufficiale” di Jefferson ad avere il diritto ad essere seppelliti, ma anche i discendenti di Sally. Da notare che dei quattro figli di Sally e Jefferson, solo i discendenti del figlio Madison si identificarono come neri, gli altri si considerarono invece bianchi a tutti gli effetti, “passarono” alla società bianca (e furono in essa accettati), e molti continuano ad avere ancora oggi una forte somiglianza fisica con Jefferson.
Ma questa storia non è certamente finita. Con il sorgere di movimenti sociali come Black Lives Matter e Me Too, un numero crescente di americani si chiede cosa pensare di Thomas Jefferson, un uomo che versò oceani d’inchiostro scrivendo sull’uguaglianza degli uomini e sulla condanna della schiavitù, ma che si servì del suo potere su una donna per soddisfare le sue esigenze sessuali, e del lavoro di centinaia di esseri umani, che furono usati da lui come animali, per mantenere il suo lussuoso stile di vita
Adesso sappiamo che alcuni di questi schiavi furono anche i suoi figli.
Mentre la discussione continua, forse l’unica conclusione possibile per adesso è che Jefferson, come tanti altri uomini in posizioni di potere, ebbe una personalità pubblica ben diversa da quella privata. Su ambedue resta ancora molto lavoro da fare prima di arrivare a una conclusione definitiva.
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recensioni
Ricardo Preve
12 Dic 2020
Sapete che ho deciso, da quando ho scritto questa rubrica, di riferirmi a questa donna con il suo vero nome: Ms. Sarah Hemings. L'abitudine di riferire agli schiavi solo con un loro nome (o addirittura un sopra nome) ma non il cognome, come se fossero un cane o una mucca, era una forma di spogliarli della loro umanità, e certamente facilitava il venderli all'asta. Recentemente mi ha colpito come sempre ci riferiamo a queste due persone come "Thomas Jefferson e la sua schiava nera Sally". Nessuno dice mai "Ms. Sarah Hemings e il propietario di schiavi bianchi Tommy". Non voglio essere complice di questo.
Giorgio
05 Dic 2020
Storie lontane da noi, nel tempo e nello spazio, ma ancora più interessanti per capire gli scheletri nell’armadio di un popolo spaccato tra la campagna dei cowboys e la città degli uomini d’affari.
Ipocrisie e fake news, populismi e razzismi che, ancora oggi, rispecchiano la visione di quasi il cinquanta per cento degli americani.
Grazie Ricky!
Ipocrisie e fake news, populismi e razzismi che, ancora oggi, rispecchiano la visione di quasi il cinquanta per cento degli americani.
Grazie Ricky!