Intorno al mondo con Dicky - Le elezioni presidenziali in USA - gli scompaginati

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Intorno al mondo con Dicky - Le elezioni presidenziali in USA

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a cura di Ricardo Preve
Le Elezioni Presidenziali in USA
Ho appena votato per posta nelle elezioni presidenziali e parlamentarie USA. Come cittadino americano ho questo diritto, sebbene Trump non sarebbe molto lieto di sapere cosa ho segnato sulla scheda elettorale.
Ammetto una forte parzialità a favore di Joe Biden, che mio figlio Alex conosce attraverso il suo lavoro alla Casa Bianca per l’ex-presidente Barack Obama. Alex mi ha sempre parlato bene di Biden, e sento una connessione con lui perché disgraziatamente condividiamo l’aver perso figli: Biden sua figlia Naomi e suo figlio Beau, ed io mia figlia Erika.
Non sono sempre stato dello stesso parere politico. Appena immigrato negli Stati Uniti negli anni 1970, ho lavorato per candidati del partito Repubblicano, includendo George Allen (deputato nazionale e poi governatore della Virginia), Ed Robb (senatore regionale), e Peter Way (deputato regionale).
Quando la presidentessa degli Scompaginati Valeria Lelli mi propose di scrivere questa rubrica sulle elezioni presidenziali USA 2020, avrei dovuto considerare più attentamente se accettare la proposta, perché temo che ci siano ancora tante occasioni per cambiamenti, colpi di scena, e sorprese che succederanno fra i primi di Ottobre, momento in cui scrivo queste righe, e la chiusura delle votazioni, il 3 Novembre (dico “chiusura” perché in molti stati è permesso votare anticipatamente – ad esempio in Virginia già dal 18 Settembre – come ho fatto io), che forse un collaboratore più prudente avrebbe rifiutato l’incarico.
Ma eccomi qui ad azzardare qualche conclusione sull’esito dei comizi, e cercare di fare qualche ragionamento coerente sulla situazione politica.
La prima cosa che mi viene in mente di raccontarvi è che sono veramente preoccupato per il futuro della democrazia negli USA, e che credo che Trump rappresenti una minaccia certa e concreta al sistema democratico americano e, per logica estensione, a tutta la struttura politica democratica che si è costruita ed esiste nel mondo occidentale sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Credo che un’analisi spassionata della storia punti in modo inequivoco a Trump come un neo dittatore allo stile Hitler e Mussolini. Questi giunsero al potere per vie più o meno legali e una volta al governo sovvertirono le leggi per assicurarsi la loro permanenza nel potere. Le dichiarazioni di Trump che dichiara di “essere stato trattato male” e per tale motivo si “merita” un terzo mandato come presidente fino al 2024 (assumendo che vinca oggi), sono una chiara violazione della costituzione americana e possono solo essere viste nel contesto di una permanenza a vita nella carica, allo stile Putin (grande amico di Trump, io aggiungerei, non a caso).
Ma quali sono le origini di questo cambiamento così profondo nel panorama politico americano? Io credo che Trump non sia un personaggio estraneo all’anima di una parte considerevole del popolo americano, ma che, al contrario, la sua ascesa al potere (come fu per Hitler e Mussolini) si debba a un vero cambiamento del pensiero di importanti gruppi della società statunitense.
Negli ultimi 75 anni gli Stati Uniti hanno subito, nella mia opinione, un calo di livello culturale. La conoscenza della letteratura, la scultura, la pittura, la poesia, etc. è ormai quasi inesistente in ampi settori della società. Le masse popolari americane nella loro maggioranza non hanno mai letto un brano di Walt Whitman o William Faulkner, una poesia di Emily Dickinson, o visto un quadro di Mark Rothko. Neanche nel cinema, ambito nel quale un alto livello qualitativo è ancora espresso dal cinema indipendente americano, la gente fruisce e si interessa ad opere intelligenti. Al contrario, si lascia bombardare dalla cultura visiva di Hollywood che ha convinto le masse che gli Stati Uniti siano una nazione eletta da Dio e come tale hanno diritti al disopra di quelli degli altri abitanti del pianeta.
Questa ignoranza culturale collettiva ha delle conseguenze.
Quando, a partire forse dall’insuccesso della guerra in Vietnam, e poi dagli attentati delle Torri Gemelle nel 2001, il famoso “sogno americano” cominciò a frantumarsi, la reazione popolare americana fu quella di aggrapparsi alle armi (diritto costituzionale dalla redazione confusa ma spesso citato dagli estremisti di destra e suprematisti razziali), e di stringersi intorno a politici che potrebbero offrire un “ritorno al passato”, incapaci ormai di pensare in maniera intelligente.
In questo clima politico e culturale, non mi sorprende che un personaggio che si potrebbe definire come “egocentricamente messianico”, privo di ogni scrupolo morale o etico e solo dedicato alla sua immortalità politica come lo è Trump, sia cresciuto con l’appoggio di un importante settore della società americana che vede in lui il redentore di un passato che diventa ogni volta più distante, ma proprio per questo più ambito.
Ricordo bene che al mio arrivo negli Stati Uniti nel 1976 – in arrivo da una Argentina in cui il governo militare si rifiutava di riconoscere ai propri cittadini anche le minime garanzie costituzionali - la paura di venire fermato dalla polizia argentina era stata sostituita dalla certezza che un poliziotto americano non mi avrebbe mai trattato in maniera scorretta.  Questa certezza oggi certamente mi manca e ho paura di far parte di quella minoranza che verrà sconfitta a Novembre, malgrado il mio voto di ieri.
Data la situazione che cambia con rapidità, e la recentissima notizia che Trump è risultato positivo al Covid, azzardare un risultato per le elezioni sarebbe davvero presuntuoso. Ma quel che sicuramente si può dire è che difficilmente la vicenda elettorale si concluderà in forma tranquilla e civilizzata, particolarmente dopo gli esiti del primo dibattito tra Trump e Biden. Rimane solo da sperare che queste elezioni non segnino anche la fine del processo democratico negli Stati Uniti.
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recensioni
Valeria
11 Ott 2020
Grazie Dicky, ero certa che questo tuo intervento avrebbe stimolato l'interesse di molti! E bravo Mario: "È più redditizio seguire l'orientamento delle masse anziché guidarle" ; in questa mirabile sintesi io trovo sia condensato tanto sfacelo dei nostri tempi. E che il resto sia dato da chi invece riesce a guidarle verso una deriva di valori e obiettivi
Mario
11 Ott 2020
E' molto bello per noi provinciali dell'Impero sentire la voce di uno che vive la situazione dell'interno. Senza conoscere la realtà bene come te, azzardo una ipotesi: forse non è questione di livello culturale delle masse (io non credo che gli Americani, come del resto gli Italiani, fossero più colti qualche decennio fa rispetto ad oggi). Il problema è semplicemente che ad un certo punto la politica si è resa conto che era più redditizio, in termini di consenso, seguire gli orientamenti delle masse anzichè guidarle. E le masse, specie quando il mondo impone sfide difficili da affrontare, difficilmente si orientano verso i comportamenti più virtuosi: di solito tendono ad essere preda delle loro paure, del loro egoismo, della loro mediocrità.
Patrizia Veroli
11 Ott 2020
Grazie di questo sconfortante quadro delle prospettive elettorali. Di natura sono pessimista, e dunque non ho certezze rosee da contrapporre alle tue considerazioni. Mi viene solo da pensare che nella storia non è la prima volta che ad avvenimenti che sembrano finalmente realizzare sogni da tempo nutriti, succede il contrario, cioè eventi e periodi che confermano le peggiori paure. Dopo la Rivoluzione Francese che, pur con i suoi orrori, affermava i principi fondamentali su cui dovrebbe essere impostata la società umana, è arrivato l'Impero napoleonico e poi la monarchia. C'è voluto un secolo prima che in Francia si consolidassero la Repubblica e la democrazia. Dopo Manipulite, pur con le sue asprezze, c'è stato Berlusconi che in 20 anni di potere ha avuto il tempo di costruire un regime basato su principi che erano antipodici rispetto agli ideali di Mani pulite. Trump, il peggiore forse dei presidenti americani finora, è venuto dopo Obama, alla cui elezione abbiamo pianto in tanti. Historia magistra vitae, ahimè
CONSUELO ORLANDO
11 Ott 2020
Grazie Diky, molto interessante
Clelia
22 Set 2020
Ricardo, il grayling sei tu, non Ellen!!!
Grazie di condividere il tuo mondo con noi.
Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
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