Due cugine in Sudafrica - 4
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Il punto più meridionale dell’Africa invece è Cape Agulhas. Ci si arriva da Cape Town con circa 200 chilometri di autostrada. Il Sud Africa ha una rete viaria assai bella e ben tenuta, dal punto di vista della segnaletica e della pulizia. Ma motel e servizi di assistenza, almeno nelle centinaia di chilometri che abbiamo percorso, ce n’è ben pochi, forse addirittura nessuno.
E mettersi in viaggio implica riempire il motore di benzina, caricarsi di taniche d’acqua, di cibo e di fiducia che niente succederà, e che non si forerà neanche una gomma. Chi chiamare, altrimenti, per danni che si è incapaci di riparare? Anche i collegamenti telefonici non sono costanti. È vero che la mia compagna di viaggio non ha paura di nulla: ogni volta in cui, in quelle tante ore di autostrada, io le ho espresso qualche piccolo timore, l’invariabile risposta della indomita guidatrice era: “Non ci pensare. Goditi il panorama”. Proprio percorrendo le autostrade abbiamo avuto la possibilità di scorgere le immense township (riservate alla popolazione nera locale) che si trovano a qualche chilometro dalle città. Ammassi di casupole circondate da muri e cavi di metallo, così come lo sono, nelle vicinanze di Cape Town, i quartieri borghesi con villette e giardini. Si rabbrividisce.
Cape Agulhas si staglia su un paesaggio piatto, radi insediamenti abitativi che ricordano quelli norvegesi, casette bianche a uno o due piani dai tetti scuri molto spioventi, prati ben tosati all’inglese. Le spiagge (si può chiamarle così?) sono disseminate di rocce grumose, piccoli massi a tratti allineati uno accanto all’altro come tanti totem che si fanno compagnia. Il vento è violento, quasi freddo. Pioviccica. Girano poche persone. Il luogo, così desolato, ha un suo fascino, ma non si può certo definire ospitale. NEXT