Le vostre opinioni su AMERICANAH - Copia - gli scompaginati

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Le vostre opinioni su AMERICANAH - Copia

I LIBRI CHE ABBIAMO LETTO

Paola ce lo ha presentato cosi!

Si tratta di un'autrice di origine nigeriana, trapiantata in America, che racconta in questo libro l'esperienza dello sradicamento dal paese d'origine,   del faticoso tentativo di integrarsi mimetizzando le proprie origini (per esempio, stirandosi ossessivamente i capelli crespi), fino alla orgogliosa riconquista della propria doppia identità, sia africana che americana. Come ha scritto il "Guardian" in una recensione del libro, "alcun romanzi raccontano una grande storia, mentre altri ti fanno cambiare il modo in cui guardi il mondo, "Americanah"  riesce a fare entrambe le cose."; o, per dirla con le parole di Michela Murgia durante un'intervista a Chimamanda, ed a proposito del suo libro,  "raramente  la letteratura ci dice qualcosa che non sappiamo, ma spesso ci dice qualcosa che non sappiamo dire" . 

"Americanah"  é un romanzo ricco di spunti politici, ma di base é una bellissima storia d'amore fra la protagonista, nigeriana emigrata negli U.S.A., e l'uomo che ha lasciato in Nigeria, e di questi tempi una bella storia d'amore un pò travagliata non guasta....

Dimenticavo: Chimamanda  é un'autrice affermata, pur essendo giovane ha già scritto molti romanzi, ma ha acquisito notorietà planetaria per uno "speech" di 20 minuti fatto su Google sul tema "dovremmo tutti essere femministi", che ha suscitato grandissimo scalpore...Se vi venisse la curiosità di ascoltarlo.... 

Il romanzo di formazione della bella ed intelligente  Ifemelu, che lascia in Nigeria il primo amore e va in cerca di fortuna negli States. Supera le difficoltà iniziali, trova nuovi amori ed il successo, ma poi decide di mollare tutto e ritornare in patria, per devastare l'esistenza del suo vecchio fidanzato che si era rifatto una vita. 

L'adozione della prospettiva di un'africana di origine borghese consente all'autrice di evitare la retorica degli ultimi, e finisce per essere più utile alla causa di quanto avrebbe potuto essere la solita storia di emarginazione. In fin dei conti, Ifemelu assomiglia abbastanza ai nostri ragazzi in giro per l'Europa .

Mi è piaciuta molto la prima parte, quella relativa alla descrizione della società nigeriana, in cui ho trovato preoccupanti analogie con il misto di bigottismo ed immoralità che contraddistingue il  nostro Paese. Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui sono risolti i numerosi  personaggi secondari, tutti ritratti in maniera davvero intensa attraverso la descrizione delle alterne vicende delle loro strategie di sopravvivenza. Ho apprezzato di meno  le parentesi "rosa" relative ai fidanzati americani di Ifemelu, e soprattutto le lunghissime pagine dedicate alla cura dei capelli: sappiate che Americanah sta ai parrucchieri afro come Moby Dick alle baleniere.

Nel complesso davvero un buon libro, che avrebbe potuto essere un grande libro se Chimamanda avesse costruito meglio la psicologia della sua protagonista, le cui scelte fondamentali (quando mai si è vista una donna mollare un fidanzato americano fighissimo, ricco, brillante ed inamorato senza neanche  avere un ricambio? Pura fantascienza) restano alquanto immotivate.

Sarebbe da tre stelle e mezza, ma salgo volentieri a quattro per debito di riconoscenza verso  l'autrice che mi ha fatto conoscere la meravigliosa musica di Fela Kuti.

Mario

Premetto che, come purtroppo spesso mi succede di questi tempi, questo libro non ha potuto beneficiare di quella lettura fluida e costante che sarebbe necessaria per apprezzare al meglio qualunque testo.
Detto questo, come ha già brillantemente espresso Mario, il più grande pregio del libro è sicuramente quello di metterci sotto gli occhi la storia di quei "migranti" che con area quasi di disprezzo alcuni esponenti della nostra politica definiscono "economici", come a negargli esplicitamente il diritto di uscire dall'Africa, perché non spinti dalla fame o dalle guerre. E per me l'immagine più forte e rappresentativa del libro è quella del nigeriano, colto, sensibile, laureato e di buona famiglia, che torna in manette al proprio paese: emblema del fallimento più odioso della nostra società,' incapace di offrire a chi lo merita le giuste opportunità (le capacità che, messe in campo al suo rientro in Nigeria gli consentiranno di diventare un abile uomo d'affari potevano ben essere spese anche nel nostro continente).
Il libro ben descrive in ogni minima piega emotiva il disagio di chi non riesce a trovare una propria collocazione in un mondo nel quale egli ha proiettato tutti i propri progetti, le proprie speranze; sono stata anche io una (privilegiatissima) migrante economica nella Londra degli anni '90: bianca, architetto, di buona famiglia, ho capito sulla mia pelle il prezzo che pagavo per il mio inglese zoppicante (a scuola avevo fatto francese) ogni volta che telefonavo per cercare una stanza, magari pure in qualche quartiere povero, e mi sentivo immediatamente identificata e scartata per il mio forte accento italiano. Insomma nel solco delle mie emozioni di allora ho trovato vividamente descritte e dolorosamente percepibili quelle della ben più svantaggiata Ifemelu. In proposito le lunghe descrizioni sui capelli (il 50% delle donne ha vissuto nella sua vita la frustrazione di non riuscire a trasformare i propri capelli nell'opposto di quello che sono) sono per me rigorosamente funzionali a dare una percezione tangibile e quasi tragica della necessità viscerale di cancellare (in questo caso anche a costo di danni alla salute) la propria identità, vestirne un'altra, nel disperato tentativo di assimilarsi a quella comunità che così radicalmente ti inchioda ai margini.
Diversamente da Mario, poi, non ho sentito così vivi e ben delineati i caratteri dei personaggi: di Ifemelu emerge solo a fine libro la forte determinazione, quando rivendica la sua autonomia di pensiero nel corso del suo incarico presso la casa editrice nigeriana; i suoi amori americani, pur di diversi "colori", sono risultati per me abbastanza sovrapponibili.. A mio giudizio emergono distintamente solo il personaggio di Obinze (le pagine sulla sua esperienza americana sono per me le più belle del libro) e della la zia non-vedova.
Per chiudere, d'accordissimo con Mario sul giudizio complessivo: e per me sprecare pagine così lucide e attente su una tematica tanto attuale e scottante con un finale stile "Harmony" è una caduta di tono e di registro che spiazza e lascia comunque delusi.
Insomma, anche io voto con un 3 e mezzo, che riduco a 3....con la scusa di equilibrare la media con Mario! 


Valeria

(a proposito di Mario: non sono una lettrice attenta come lui, ma a questo punto mi fionderò ad ascoltare Fela Kuti!!) 


Faccio un crossover con l'altra pagina e, in onore di Chimamanda ed Imefelu,  vi segnalo questo ritratto tratto dal sito di National Geographic, che raffigura una coordinatrice dell'African Artists' Foundation di Lagos, "beccata" in pausa-sigaretta. Robin Hammond -  Lagos, 2014



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4.0 / 5
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Mario Tuttobene
13 Mag 2020
Sarebbe da tre stelle, ma salgo a quattro per un motivo specifico (vedi box)
Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
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