Due cugine in Sudafrica - 14 - gli scompaginati

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Due cugine in Sudafrica - 14

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Valeria ha la macchina fotografica legata alla vita, e scatta in continuazione Io apro la mia ogni tanto: sarà per questo che ora trovo tra le mie fotografie tanti deretani di animali, o solo parti dei loro corpi. Solo le giraffe, coi loro tempi estremamente rallentati, non mi sfuggono mai, ed ho una vera predilezione per loro. Sembrano esseri pensosi e riflessivi, anche un po’ goffe: quanto è facile per me proiettare su di loro il mio modo di essere!
 
Driver e tracker spesso parlavano tra loro, evidentemente cercando di mostrarci gli animali più rari: in questa riserva ci sono pochi leoni, i leopardi sono rari, i cani selvatici corrono troppo velocemente e pare non si arrestino mai allo scoperto. Il 16 pomeriggio, al secondo safari giornaliero, le nostre due guide erano ben consapevoli che l’indomani, appena dopo la gita mattutina, saremmo partite. Cosa mostrarci, alla ricerca di quale signore del posto mettersi? Miravano ai leoni, ma nonostante tanti cambi di direzione, gli animali parevano spostarsi in modo impercettibile. Ed ecco che le deiezioni sulla strada, ed il loro odore fresco hanno fatto capire a Mosco che un branco di elefanti era vicino. Le ultime luci del pomeriggio, ed eccoci su un viottolo che conduceva ad una collinetta a lato di un corso d’acqua. A sinistra, tra le fronde degli alberi, abbiamo cominciato a intravedere delle grandi sagome in movimento, ma nonostante le nostre implorazioni, Adolf non si è fermato. Ha guidato fino ad un punto in cui è diventato pienamente visibile un lungo tratto del corso d’acqua. Nulla ora ci impediva la vista: una carovana di elefanti!
Venti o persino di più! Un lungo corteo si avviava lentamente verso l’acqua. Afferro la macchina fotografica e manovro ansiosamente per aprire il fodero. Inquadro, e un segnale luminoso mi avverte che la batteria è esaurita. Tutto colpa della mia distrazione. Ogni volta in cui si entra in stanza, Valeria corre subito a ricaricare la sua batteria, ed io ci penso sempre un poco più tardi. Ed ecco le conseguenze. Impreco. Ma quasi subito sono invasa da qualcosa di più forte della rabbia, ed è lo stupore. Come rendere colle parole l’eleganza di quegli enormi animali che marciano lenti verso l’acqua? Gli elefanti hanno corpi così grossi che si può pensare siano goffi, sgraziati. Non lo sono affatto, invece. La loro eleganza consiste nella perfetta funzionalità di ogni parte del corpo: non c’è adipe, solo vaste fasce di muscoli che presiedono tutte organicamente ad una andatura precisa come il muoversi di una lancetta d’orologio. Una calma indisturbata, sicura, possente. Oggi benedico l’esaurirsi della batteria della mia macchina fotografica. Tendiamo troppo spesso a registrare la vita, per poterla rivivere in un futuro che magari non viene, per trascuratezza o oblio. Lasciarci sorprendere, catturare, modificare da ciò che vediamo: questa è una chiave forse per gustare di più la vita. Mosco ha subito lasciato il suo sedile all’esterno del veicolo per venirsi a sedere dietro di noi e tutti siamo rimasti attoniti a contemplare la marcia degli elefanti, e poi il loro dissetarsi. Imprevedibilmente, dopo avere soddisfatto la sete, sono saliti uno dopo l’altro con straordinaria destrezza sul rialzo di terra su cui il nostro fuoristrada era fermo. Eccoli proprio di fronte a noi, ci hanno sfiorato prima continuare il cammino scendendo sulla nostra destra e allontanandosi nella savana. I loro corpi sfiorano la nostra macchina. Veniva voglia di accarezzare le grinze profonde della loro pelle, i radi peli neri delle proboscidi. Non potevamo farlo, l’immobilità era la consegna data, ma in quel momento non facevamo difficoltà a star fermi. Eravamo come congelati. Oltre al rumore delle erbe calpestate, si udiva solo il clic della macchina fotografica di Valeria, sempre preceduto da un brevissimo suono. Quanti minuti abbiamo trascorso a guardare gli elefanti in quella sera ormai incipiente? Cinque minuti, cinquanta? Quella qualità di tempo non è misurabile colle lancette di un orologio. Non è il tempo lineare, un minuto dopo l’altro, non è il tempo che stiamo vivendo in questi giorni di marzo scanditi da una inarrestabile letale epidemia. Non è questo tempo che ci porta non sappiamo dove.
Il fluire del tempo della savana, quello scorrere in ogni direzione, quello spazio che si offre senza confini, quella libertà dell’essere, in cui l’io tace ed entra all’unisono con un qualcosa di infinitamente più vasto, misterioso eppure familiare. Un annullarsi senza remore, come in una oscurità calda e vibrante.
L’Africa ha mantenuto le sue promesse. Valeria ed io abbiamo avuto la straordinaria fortuna di realizzare il nostro sogno.

Fotografie e filmati di Valeria Lelli e in piccola parte di P. Veroli
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recensioni
Arianna
09 Apr 2020
Nessuno, al ritorno, può dimenticare i colori dell’Africa. E poi i suoni notturni degli uccelli e lo sguardo a 360 gradi. Aperto. Bellissimo. Elefanti e rinoceronti, compagni di strada più attrezzati di noi !
Mario Tuttobene
01 Apr 2020
Cugine viaggiatrici, che invidia! Ma ciò nonostante grazie del vostro resoconto, soprattutto nell'ultima parte mi è sembrato di rivivere il mio viaggio in Sudafrica di tantissimi anni fa. Mi ha colpito come le sensazioni siano state le stesse, anche noi avevamo provato il medesimo fascino per gli elefanti, e quella sensazione indescrivibile quando ci si può muovere a piedi nel bush... Peccato che il viaggio sia finito così presto, e con esso il vostro racconto
Mario Tuttobene
01 Apr 2020
Valeria belle foto, ma sopratutto bellissima la foto dell'antilope a pag. 12
Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
Gli Scompaginati - circolo di lettura via assarotti 39 - genova ITALY
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