Strega 2025 4 - 6 - gli scompaginati

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Strega 2025 4 - 6

PREMIO STREGA
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claudia
20 Mag 2025
Il mio giudizio su questo romanzo è stato negativo fin dall’inizio e soprattutto all’inizio della lettura. Ho trovato compiaciuta e supponente la scelta della lingua e dello stile. Proseguendo nella lettura mi sono parzialmente riconciliata con il romanzo e con l’autore, specie dopo aver letto la sua biografia: ha solo 20 anni! Una scrittura forse immatura ma che rivela passione e spunti anche originali.
Ho letto che l’autore ha impiegato solo una settimana a scriverlo e lo ha fatto durante la preparazione dell’esame di maturità! Mi chiedo se non avrebbe potuto metterci qualche giorno di più… (e l’esame come è andato?)
Comunque da incoraggiare
Clelia
07 Mag 2025
Mi sono divertita. Probabilmente non è uno scrittore maturo (ogni tanto perde il ritmo), ma sa essere brillante. La storia regge. E’ un libro fresco e un po’ sghembo che mi sembra meritevole di attenzione.
Irene
30 Apr 2025
Un libro un po' a metà, troppe furbizie linguistiche e dialettali, che possono, almeno nella prima metà, distrarre un po' il lettore. Una storia in una città che, per chi conosce Bari, ben descritta. Ancora una volta il rapporto padre/figlio superficiale, ma riscattato da una intensa e profonda amicizia tra due ragazzi e in seguito adulti, che durerà nel tempo.
2.5 / 5
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Clelia
07 Mag 2025
Anticipo una nota su Incompletezza anche se sono ancora a metà, perché sarebbe utile un lettore in più: il mio giudizio rispetto a Cristiana è più favorevole, ma si tratta di un libro di logica matematica che richiede un certo interesse per l’argomento e una certa dedizione. Documentatissimo e appassionato, dà un quadro interessante del dibattito sui fondamenti della matematica negli anni ‘30 dopo lo sviluppo, a fine ’800, della geometria non euclidea, che appunto ha messo in discussione un postulato di Euclide aprendo la voragine della verità dei fondamenti. Grande sorpresa per l’incredibile traduzione in linguaggio aritmetico di relazioni qualitative e predicative fra numeri reali, ma al limite della mia capacità di comprensione senza soffermarmi a studiare. Sono in difficoltà a dare un “voto” perché è un genere totalmente diverso, che non può essere oggetto di lettura di intrattenimento, anche se l’intento dell’autrice è di fare un libro divulgativo.
cristiana buttiglione
02 Mag 2025
Purtroppo ho trovato questo libro sconfortante e a tratti sconcertante. La protagonista, ossessionata dalla fine di una relazione amorosa di cui parla in termini piuttosto convenzionali, decide di sostituire questa ossessione con l'ossessione nientemeno che per Kurt Godel, articolandone una specie di biografia con velleità psico-matematiche che sconfortano il lettore. Ci si aspetta un romanzo e invece si trovano paginate su paginate di formule complesse.
Risultato ? Credere di guarire da una ossessione infliggendo a sé stessi e ai lettori astrusi compendi matematici, connotati anche da una certa dose di azzardo, considerato che l'autrice confessa di non sapere quasi nulla di matematica, per cui il libro trasmette un generale senso di disagio (questo forse era voluto dall'autrice).
3.0 / 5
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Emma
12 Mag 2025
Wanda Marasco racconta la storia del medico, filantropo e umanista con l’ossessione della cura, Ferdinando Palasciano. Una storia legata a doppio filo con la Torre di Capodimonte fatta costruire da Ferdinando per vivere il suo amore con la contessa Olga Pavlova.
La torre e il giardino diventano il centro di attenzione verso cui convergono le diverse figure che ruotano intorno a lui prima e dopo la malattia. La vicenda ricostruisce il tratto finale dell’esistenza di Palasciano, a partire dal tracollo nervoso che lo coglie in via Toledo la notte d’Ognissanti del 1887, rendendo necessario un temporaneo ricovero nel manicomio di Villa Fleurent, fino alla morte, avvenuta quattro anni dopo. I momenti cruciali della sua vita sono recuperati per via di ricordi e di flashback attraverso una narrazione condotta da una voce esterna che secondo necessità adotta diversi registri linguistici, compreso il dialetto napoletano. Su tutti si impone la voce di Olga che assiste impotente all'infelice destino del marito.
La malattia di Ferdinando sembra rappresentare un consapevole rifiuto del mondo così com’è – un mondo che non era ancora pronto a riconoscere il principio di neutralità dei feriti di guerra in cui credeva Ferdinando, un mondo al quale non si può che voltare le spalle.
Valeria Lelli
09 Mag 2025
Devo ammettere che passare da una pazzia (quella di Venera-Terranova) all'altra (quella di Ferdinando) non ha giovato alla prima impressione del libro: tuttavia-anche se non subito-gli ho riconosciuto presto il pregio di dare un ritratto fresco e per me nuovo della transizione di Napoli dall'era borbonica all'unità di Italia. Da Garibaldi a Giacomo Leopardi-per citare i più noti-sono tante le facce della storia che si affacciano tra le pagine del libro. Su tutte quella di Ferdinando Palasciano, illustre medico dalle umile origini, portato alla follia da una professione messa a dura prova dall'impotenza di fronte ai feriti sui campi di battaglia e, soprattutto, dal mancato riconoscimento della validità di alcune visioni innovative da lui promulgate. La figura-reale, ancorché, credo, ampiamente romanzata-si staglia con chiarezza sullo sfondo della Storia, ci colpisce e ci commuove. Più opaca è sembrata a me quella della moglie, Olga, che a fasi alterne trascina una zoppia di origini psicosomatiche.
La lettura è arricchita dal sovrapporsi di tanti linguaggi: tuttavia se il dialetto napoletano mi è riuscito per lo più intelligibile (ma forse giocano le mie origini meridionali: lo capirebbe un lettore altoatesino?) ho fatto fatica a seguire le paginate di riflessioni che ammiccano alla poesia, oppure ad accettare l'intrusione di parole allusive ma incongrue (es: le orecchie "cretose", che fanno il paro con il "silenzio della candeggina" stigmatizzato da Mario in alt...
Gli Scompaginati - circolo di lettura - via assarotti 39 - genova ITALY
Gli Scompaginati - circolo di lettura via assarotti 39 - genova ITALY
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