Strega 2025 10 -12
PREMIO STREGA

7 recensioni
Valeria
21 Mag 2025
Per me uno Strega a pieno titolo. Geniale ed efficace nella struttura: geniale e potente l’idea di raccontare l’impatto di un lutto devastante su una famiglia assolutamente ordinaria attraverso una litania di oggetti, per lo più insignificanti e anonimi, zigzagando tra un passato remoto fatto delle fatiche quotidiane e dei sogni modesti di una tipica famiglia medioborghese, e un presente in cui il dolore è un magma freddo che satura ogni spazio vitale e la parola “futuro” sembra impossibile da pronunciare.
Iole
15 Mag 2025
Romanzo intenso, toccante anche nella lucidità della sua scrittura. Un bellissimo esordio, mi è piaciuto molto. Anche in questo romanzo protagonista è la famiglia e il dolore, il dolore di una perdita a cui è difficile sopravvivere, tanto più a trasformare. Non c'è retorica del dolore. Ci sono Padre e Madre, i figli Maggiore e Minore, non ci sono nomi propri a identificare i protagonisti della storia, rendendo tutto questo più universale.
Madre - "Una delle scoperte peggiori che Madre aveva fatto è che di dolore non si muore. Ti abbatte, poi ti aspetta." Padre - "In padre il dolore si era preso spazio lentamente.[...] Senza accorgersi aveva lasciato ovunque un'impronta nerastra, una striscia, un segno. Ecco come funziona il dolore, aveva pensato. Macchia quello che sfiori; rimane anche quando non ci sei."
E poi ci sono gli oggetti e gli ambienti della casa, sono parte della storia, vivono lo scorrere del tempo e lo raccontano, sono testimoni e simboli della storia familiare: di quotidianità, di allontanamenti e vicinanze, di perdite ineluttabili e speranze.
Madre - "Una delle scoperte peggiori che Madre aveva fatto è che di dolore non si muore. Ti abbatte, poi ti aspetta." Padre - "In padre il dolore si era preso spazio lentamente.[...] Senza accorgersi aveva lasciato ovunque un'impronta nerastra, una striscia, un segno. Ecco come funziona il dolore, aveva pensato. Macchia quello che sfiori; rimane anche quando non ci sei."
E poi ci sono gli oggetti e gli ambienti della casa, sono parte della storia, vivono lo scorrere del tempo e lo raccontano, sono testimoni e simboli della storia familiare: di quotidianità, di allontanamenti e vicinanze, di perdite ineluttabili e speranze.
Emma
12 Mag 2025
Questo libro mi ha colpito a partire dal titolo che trovo bellissimo. Al centro del romanzo la vicenda tragica della morte dei due figli, Maggiore e Minore. Tutti i protagonisti non hanno un nome e il racconto si snoda attraverso capitoli brevi o brevissimi legati alle diverse stanze della casa e agli oggetti appartenuti alla famiglia.
Il racconto di una famiglia anonima e per questo come tante, sconvolta da un lutto quasi insostenibile. La narrazione non segue un filo cronologico, ma l’autore riesce a raccontare emozioni complesse partendo da oggetti quotidiani affrontando il dolore a piccoli passi.
Trovo che la parte più struggente sia quella legata al dolore del padre, in un primo momento nascosto e poi sempre più evidente e deflagrante, solo il supporto di Madre riesce a penetrare questo dolore. “Vieni, gli aveva detto. L’aveva preso per mano. Padre si era opposto blandamente, poi si era lasciato trascinare fuori. Erano arrivati nella loro camera, si erano fermati davanti al letto matrimoniale.
Lo vedi?, gli aveva detto Madre. È un oceano, senza di te, è troppo grande e troppo freddo. E io sono una zattera alla deriva, senza di te.”
Una narrazione sempre delicata divide il dolore in piccole parti e ci racconta i tentativi di rialzarsi (“…anche le case possono cadere, ma se le rimetti in piedi è come se non fosse mai successo niente”). Un esordio davvero sorprendente!
Il racconto di una famiglia anonima e per questo come tante, sconvolta da un lutto quasi insostenibile. La narrazione non segue un filo cronologico, ma l’autore riesce a raccontare emozioni complesse partendo da oggetti quotidiani affrontando il dolore a piccoli passi.
Trovo che la parte più struggente sia quella legata al dolore del padre, in un primo momento nascosto e poi sempre più evidente e deflagrante, solo il supporto di Madre riesce a penetrare questo dolore. “Vieni, gli aveva detto. L’aveva preso per mano. Padre si era opposto blandamente, poi si era lasciato trascinare fuori. Erano arrivati nella loro camera, si erano fermati davanti al letto matrimoniale.
Lo vedi?, gli aveva detto Madre. È un oceano, senza di te, è troppo grande e troppo freddo. E io sono una zattera alla deriva, senza di te.”
Una narrazione sempre delicata divide il dolore in piccole parti e ci racconta i tentativi di rialzarsi (“…anche le case possono cadere, ma se le rimetti in piedi è come se non fosse mai successo niente”). Un esordio davvero sorprendente!
antonio devoto
07 Mag 2025
Cadenzato sulla storia di oggetti, racconta la vicenda dolorosa di una famiglia.
E’ molto ben descritto il dolore vissuto in modo diverso tra Padre e Madre, la famiglia non perfetta ma molto reale e le relazioni umane tra i personaggi.
Non si concede sentimentalismi commoventi (grazie!).
E’ molto ben descritto il dolore vissuto in modo diverso tra Padre e Madre, la famiglia non perfetta ma molto reale e le relazioni umane tra i personaggi.
Non si concede sentimentalismi commoventi (grazie!).
Clelia
07 Mag 2025
Sovrastruttura decisamente interessante: la forma di inventario degli oggetti a partire dai quali sono raccontati spezzoni della storia, i nomi Madre, Padre, Maggiore e Minore, strumenti efficacissimi nel confermare un distacco emotivo. Non usa facili leve indulgendo sui sentimenti, ma sceglie di rapportarsi a un evento straziante con atteggiamento chirurgico. Forse questa freddezza non è il mio registro preferito, ma decisamente un bel libro.
Stefano
02 Mag 2025
Romanzo d'esordio sul dolore che annichilisce una famiglia come tante. Fin dal principio compare la tragedia: "la foto era la stessa che avevano usato per la lapide". La narrazione poi, usando come riferimento oggetti di uso comune presenti nelle stanze della casa, procede per salti temporali per cui un momento i ragazzi (chiamati Maggiore e Minore apparentemente senza identità) sono vivi, altri in cui la distanza temporale rispetto al tragico incidente che li ha coinvolti si amplia e si riduce. Resta il dolore dei genitori (Padre e Madre) che affrontano in tempi diversi l'estraniante realtà, arrivando infine a conoscere i figli, scoprendo quanto fossero imperfetti, come tutti d'altronde. La malinconia permea il romanzo, che rappresenta una famiglia "normale" anche nella ripetizione di alcuni clichè, tra cui, non ultima, viene alla luce la progressiva distanza che si era creata tra i genitori stessi, attori di un quadro consolidato: Padre lavora tanto e mantiene la famiglia, Madre alleva i figli e le loro insicurezze, fragilità e difficoltà, praticamente da sola. Resta alla fine dopo molti anni una fiammella di speranza, legata alla definitiva accettazione del lutto ed alla necessità di ritrovarsi per entrambi.
Interessante la scelta dell'autore, che potrebbe essere una sorpresa, pur non da vincitore
Interessante la scelta dell'autore, che potrebbe essere una sorpresa, pur non da vincitore
Irene
30 Apr 2025
Meraviglioso romanzo sul dolore che paralizza. Geniale il NON utilizzo di nomi propri (padre, madre) che sta a significare l'atroce sofferenza di tutti i genitori che si trovano a perdere un figlio e in questo romanzo ne sono morti due..sofferenza atroce. Viene scandagliato l'animo umano dei protagonisti a tal punto da vederli e vivere il loro dolore. Prosa pulita, con riflessioni accurate, precise e mai noioso. Geniale anche l'utilizzo degli oggetti come simbolo della memoria. Già sentito nel festival di passaggio, un libro che si legge tutto d'un fiato.

4 recensioni
Iole
15 Mag 2025
Il primo libro che leggo di questa scrittrice, romanzo piacevole, protagonista anche qui è la famiglia: padri, madri, nonni, bisnonni, zie. Si prova a rendere storia la mitologia familiare, il tentativo sembra riuscire a tratti. Si parla di pazzia, di manicomio, aleggia nella storia familiare con la bisnonna Venera, siamo alla fine degli anni Venti del Novecento, in Sicilia, a Messina. Presente e passato vengono narrati attraverso la maternità e paternità di ieri e di oggi, facendo i conti con la propria storia familiare.
Clelia
07 Mag 2025
Scritto molto bene, ma è una storia che a mio avviso non tiene al di là del coinvolgimento di un discendente diretto, anche se la povera Venera è persona del tutto degna. Ho trovato spiacevole la commistione fra la pretesa storico-documentativa e la tentazione di romanzare, che rimane compressa e non riesce a completare i personaggi. Gli agganci con la Storia sono deboli, non vuole uscire dal perimetro delle vicende famigliari. Il libro non si sbriciola perché intessuto dell’esperienza di neo mamma dell'autrice, della Dok, dei corsivi (dichiaratamente arbitrari) messi in bocca alla bisnonna.
irene
30 Apr 2025
Idea indubbiamente singolare, ma il racconto è un po' lento, tante idee che confondono un po' il lettore e molto autoreferenziato. Pregevole il richiamo agli idiomi dialettali a me tanto cari e ben caratterizzata l'atmosfera, ma ne ha scritti di migliori...
Valeria
30 Apr 2025
Al centro del romanzo la bisnonna dell’autrice, il suo ricovero (in realtà breve, come scopriremo leggendo) in manicomio, e le ricadute di questo ricovero sulle donne delle generazioni a seguire. Un’indagine sulla scia delle teorie delle “costellazioni” che ho letto con interesse (la mia nonna vedova di guerra ha innescato credo analoghe ricadute) che però non mi sembra riesca ad uscire da confini molto intimi e personali..

2 recensioni
STEFANO
07 Mag 2025
Una cronaca interessante per il rilievo che restituisce ad una figura poco nota della storia italiana, Nada Parri, prima sindaca dell'empolese e donna "impegnativa" come la definisce la figlia. Certamente coraggiosa nella scelta di amare un soldato tedesco occupante, che diserta e con lei si unisce alla resistenza. L'autore ha il merito di far emergere le aspettative deluse e le difficoltà incontrate da questi ragazzi, che si batterono per liberare l'Italia dal nazifascismo, non traendone però i frutti sperati. Dove i dati sono frammentari, l'autore immagina, ma rendendo la vicenda un romanzo cronachistico e, a mio parere, poco incisivo. Leggibile, ma nulla più. Darei due stelle e mezzo, non potendo con generosità ne assegno tre.
antonio devoto
07 Mag 2025
Il libro racconta una storia della Resistenza accaduta realmente.
Lo scrittore tenta di aumentare l’interesse con l’approfondimento storico delle fonti, con lo studio dettagliato delle informazioni e con interviste.
A mio parere tutto questa analisi aggiunge poco alla storia e la rende meno avvincente, anche Scurati ha usato richiami reali per scandire il suo libro M ma i suoi agganci davano forza al racconto mentre nella Ribelle lo smorzano.
Lo scrittore tenta di aumentare l’interesse con l’approfondimento storico delle fonti, con lo studio dettagliato delle informazioni e con interviste.
A mio parere tutto questa analisi aggiunge poco alla storia e la rende meno avvincente, anche Scurati ha usato richiami reali per scandire il suo libro M ma i suoi agganci davano forza al racconto mentre nella Ribelle lo smorzano.
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