Strega 2025 1 - 3
PREMIO STREGA

2 recensioni
IOLANDA
10 Mag 2025
Mi trovo a dissentire, stranamente, da Irene. Questo libro mi è piaciuto e mi ha molto coinvolta. Lo definirei un libro complesso, una sorta di grande mappa concettuale tipo quelle che facevano i bambini a scuola; al centro la vicenda della morte della contessa Agusta, il primo caso mediatico italiano, intorno mille collegamenti sulla storia e la cronaca italiana. A ogni occasione si apre una finestra su un mondo di grande ricchezze e di grandi legami con cronaca, società, politica, usi e costumi. Un quadro dell'Italia fatto di tante caselle e intrecci che incarna quindi in parte quel tema dell'universalità che spesso caratterizza i libri strega. Struttura interessante fatta di dentro e fuori: cosa succede dentro villa Altachiara e fuori da essa durante i giorni e le ore della morte della contessa. Passaggi di io narrante, stili di narrazione diversi, punti di vista diversi, ritmi diversi. Gli ultimi capitoli molto belli. Insomma un libro per nulla banale, molto originale. Non passerà la cinquina, ma è degno di nota e si merita assolutamente la dozzina
Irene
03 Mag 2025
Un noir? Uno memoir? Una inchiesta giornalistica? in ogni caso una accurata indagine storica di una vicenda non del tutto mai chiarita, in un constesto storico studiato accuratamente, che descrive un ambiente tra droga, soldi, sesso e bella vita ta diversi continenti e un "dentro e fuori" da Villa Altachiara. Più di 360 lunghe pagine che non mi hanno assolutamente preso e che mi hanno anzi lasciato un senso di disgusto e disagio...sicuramente costato fatica all'autore ma forse un'altra cronaca sarebbe stata più interessante e vincente. non fa per me...e non penso possa entrare nella cinquina...

2 recensioni
claudia
08 Mag 2025
Romanzo che ho molto apprezzato. Una ricerca delle proprie radici familiari tra Africa e Italia che, scritto in epoca di globalizzazione, può essere esemplare di molte storie di “commistione “. Qui troviamo anche la specificità storica della dominazione coloniale italiana in Africa orientale, una esperienza narrativa, per quanto ne so, non comune e che arricchisce le nostre conoscenze un po’ semplificate dalla tradizione storica nostrana.. Abissinia Etiopia Somalia Eritrea nell’esperienza coloniale sembravano tutt’uno, ignorando differenze etniche, linguistiche, religiose, consuetudinarie. Libro che ho trovato interessante e piacevole.
Irene
30 Apr 2025
Libro con verità violentissime ma con memorie dolcissime, un alternarsi di storia vera e vero presente. Descrizione perfetta delle credenze popolari, delle magie tribali e con fantasmi che sembrano esistere veramente, ma che porta a credere ad un riscatto dalla violenza del passato... la Signora Meraviglia, così soprannominato l'agognato permesso di soggiorno, tanto difficile da raggiungere nei meandri di una fagocitante burocrazia dei giorni nostri

6 recensioni
antonio devoto
20 Mag 2025
Come già più volte recensito dagli Scompaginati è un libro sulla famiglia, sulle sofferenze rinchiuse in essa e della fuga, forse unica soluzione visto il carattere dei personaggi.
La “materia prima” è scarna, i protagonisti poco eclatanti ma quel poco è descritto molto bene, benissimo, ma per me, forse anche troppo. Ho trovato il romanzo un poco lento e con immagini raccontate tante volte nello stesso modo. Non riesco a dare 5 stellette
La “materia prima” è scarna, i protagonisti poco eclatanti ma quel poco è descritto molto bene, benissimo, ma per me, forse anche troppo. Ho trovato il romanzo un poco lento e con immagini raccontate tante volte nello stesso modo. Non riesco a dare 5 stellette
Iole
15 Mag 2025
Romanzo familiare intenso, il punto di vista è quello del figlio. La famiglia però è "disfunzionale". Non ci sono nomi propri a identificare i protagonisti della storia neppure in questo romanzo. La donna, la "madre", diventa un'ombra, è alle spalle del padre, di un padre-padrone, aggressivo, violento ed egoista. La madre prova a compiere qualche gesto di ribellione, un tentativo di fuga, ma lo è davvero? Un'amica prova ad aiutarla, ma quell'amica si ammala e muore. Non capisci immediatamente la potenza di quella violenza, la percepisci, sino a quando si manifesta nella sua evidenza nel ricordo di alcuni momenti distruttivi e violenti del padre sulla madre e sul figlio.
Viene rappresentato l'isolamento della famiglia: il telefono che squilla a vuoto.
L'unica salvezza per il figlio è allontanarsi prendendo le distanze da quella casa, da padre e madre, prima una distanza di qualche chilometro, poi la distanza si allarga sino ad arrivare a un altro continente, a spingerlo a cambiare numero di telefono, a sparire definitivamente: gli anni migliori.
Viene rappresentato l'isolamento della famiglia: il telefono che squilla a vuoto.
L'unica salvezza per il figlio è allontanarsi prendendo le distanze da quella casa, da padre e madre, prima una distanza di qualche chilometro, poi la distanza si allarga sino ad arrivare a un altro continente, a spingerlo a cambiare numero di telefono, a sparire definitivamente: gli anni migliori.
Emma
11 Mag 2025
Andrea Bajani ricostruisce con precisione una delle cose più difficili da immaginare e da raccontare, un figlio che decide di rompere ogni rapporto con la famiglia di origine.
Il figlio capisce che l’unica via di salvezza per lui è uscire da un sistema dove prevale la narrazione patriarcale che legittima l’uso di una violenza materiale e psicologica. Un padre che pretende amore attraverso la violenza (“aveva bisogno di spaventare per sentirsi amato”), un marito che “trasformò la vita di sua moglie in un deserto senza vita all’orizzonte”.
Solo fuori da questo sistema per il figlio è possibile raccontare la sua famiglia e osservare anche il ruolo della madre, la sua timidezza, la “devozione” verso il padre, i tentativi di crearsi dei rapporti fuori dalle mura di casa con un lavoro, con le amiche, la sua breve fuga. “Ma mia madre sapeva bene che il suo posto era lì, accanto a mio padre. Pensava di salvarlo? Non credo. In qualche modo penso si sentisse amata, e stare accanto a lui, in quella caduta in picchiata, era forse la cosa più vicina a un tristissimo atto di devozione. Conteneva almeno un po’ di spreco del cuore”.
L'autore ha scritto questo libro in venti giorni e ha impiegato tre anni prima di arrivare alla pubblicazione. Questo attento lavoro di revisione emerge dall'utilizzo di una lingua controllatissima priva di qualsiasi autocompiacimento stilistico.
Il figlio capisce che l’unica via di salvezza per lui è uscire da un sistema dove prevale la narrazione patriarcale che legittima l’uso di una violenza materiale e psicologica. Un padre che pretende amore attraverso la violenza (“aveva bisogno di spaventare per sentirsi amato”), un marito che “trasformò la vita di sua moglie in un deserto senza vita all’orizzonte”.
Solo fuori da questo sistema per il figlio è possibile raccontare la sua famiglia e osservare anche il ruolo della madre, la sua timidezza, la “devozione” verso il padre, i tentativi di crearsi dei rapporti fuori dalle mura di casa con un lavoro, con le amiche, la sua breve fuga. “Ma mia madre sapeva bene che il suo posto era lì, accanto a mio padre. Pensava di salvarlo? Non credo. In qualche modo penso si sentisse amata, e stare accanto a lui, in quella caduta in picchiata, era forse la cosa più vicina a un tristissimo atto di devozione. Conteneva almeno un po’ di spreco del cuore”.
L'autore ha scritto questo libro in venti giorni e ha impiegato tre anni prima di arrivare alla pubblicazione. Questo attento lavoro di revisione emerge dall'utilizzo di una lingua controllatissima priva di qualsiasi autocompiacimento stilistico.
Clelia
07 Mag 2025
Mi è piaciuto molto. Il soggetto è -coraggiosamente- autobiografico, perciò il plot e le persone erano quelle e non potevano essere modellate liberamente: è incredibile come Bajani sia riuscito di fatto a raggiungere l’equilibrio pieno di un romanzo, dove la “storia”e personaggi funzionano alla perfezione. La madre, inoltre, era particolarmente schiva ed evanescente, ma ne trae con grande delicatezza una figura piena, a tutto tondo. Bella scrittura, bel ritmo.
STEFANO
05 Mag 2025
Un romanzo teso, doloroso, quasi brutale. La violenza sottile e pervasiva, soprattutto psicologica di un padre che tiene la famiglia in un regime di possesso e di richiesta distorta d'amore quasi incondizionato è il centro del romanzo. L'isolamento stagno cui costringe la famiglia, viene spezzato saltuariamente dallo squillo di un telefono mal tollerato, da qualche timido compagno di scuola, da un'amica della madre presto esclusa. La muta, disperata sottomissione della madre che ha rinunciato a tutto pur di essere qualcosa per il marito è registrata lucidamente ed è l'altro aspetto che caratterizza il libro. Rappresentando anche uno schema consolidato della società italiana difficcile a tutt'oggi da sconfiggere. La violenza di genere ed il machismo sono esplorati con puntualità. Si manifesta così la necessità di rompere la catena del silenzio e l'autore sceglie di celebrare l'Anniversario decennale dell'abbandono dei genitori, e narrare le vicende passate della sua disgraziata famiglia con la forza di un romanzo duro, quasi spietato.
Lettura potente e disturbante, in cui non si avverte la necessità di condannare o perdonare, ma la necessità di riscattarsi e trasformare le ferite in poesia.
A mio parere il favorito assoluto per la vittoria
Lettura potente e disturbante, in cui non si avverte la necessità di condannare o perdonare, ma la necessità di riscattarsi e trasformare le ferite in poesia.
A mio parere il favorito assoluto per la vittoria
Irene
30 Apr 2025
Ancora una volta rapporto genitori/figli, ancora una volta libro del dolore, una precisa e tagliente autopsia del rapporto con la famiglia, dove una madre sottomessa e un padre/padrone instaura un regime totalitario, dal quale unica salvezza è fuggire. Stile asciutto, rposa che risulta agli occhi del lettore quasi catartica, che porta ad un desiderio di fuga con una conseguente rinascita, dove purtroppo il passato non reisce a salvarsi. Crudo ma realistico e veramente avvincente